Una delle principali ragioni che stanno alla base del successo di Barcellona come destinazione internazionale per il commercio è la varietà di spazi diversi destinati a conferenze ed esibizioni che si organizzano nella città.
Le due sedi principali si trovano in centro città ed offrono circa 400.000 metri quadrati di spazio dedicato a fiere o conferenze. Ci sono anche una dozzina di piccoli spazi dedicati ai vari eventi come il World Trade Centre che si trova riva al mare o il nuovo International Conference Centre, con 36 sale meeting, dove si possono organizzare eventi di ogni portata. Ogni anno a Barcellona, si organizzano numerosi eventi e congressi che riuniscono molte aziende di diversi settori economici, per esempio moda spose, settore nautico e dei tattoo, per esporre novità, scambiare conoscenze ed esperienze e promuovere affari.
La varietà e l’alto standard di queste fiere ospitate a Barcellona comportano che le varie compagnie che visitano o espongo non abbiano nessuna difficoltà nel trovare i servizi e le strutture di cui hanno bisogno.
Fira Barcellona è l’organizzazione che realizza il maggior numero degli eventi internazionali in città. Fondata 80 anni fa, l’istituzione vanta di una vasta esperienza nella gestione degli eventi che organizza in giro per la città. Le due sedi principali per le fiere a Barcellona sono gestite da Fira, e sono localizzate nella zona ultra moderna del Centro Gran Via, confinante con il centro città e l’aeroporto.
Lo spazio storico (e prestigioso) permette la veduta del Montjuic e confina con il centro storico e il mare.
Molte delle fiere di Barcellona non sono organizzate solo per soddisfare il mercato Catalano o Spagnolo ma sono fatte soprattutto per attrarre esibitori ed imprenditori da ogni parte del mondo.
I più grandi eventi che interessano (ed attirano) visitatori stranieri sono la Fiera Alimentaria (Alimentaria food and drink trade show), in programma annualmente alla fine di aprile, e la Barcelona Bridal Week organizzata agli inizi di aprile, attrae designers e distributori da ogni parte d’Europa.
Probabilmente la più grandi delle fiere organizzate è la Mobile World Congress, il più grande raduno al mondo di società di telefonia mobile. Organizzata a febbraio, l’evento del 2016 ha visto come relatori, grandi marchi della tecnologia. Facebook, AT&T e Paypal erano fra i leaders e pionieri industriali coinvolti, Samsung approfittò dell’evento per lanciare il suo ultimo modello di smartphone, il Galaxy S7 Edge. Se vi piace essere aggiornati sulle ultime notizie del mondo della tecnologia mobile, non dovete perderevi questo evento!
Uno dei principali motivi per il quale le fiere di Barcellona hanno così tanto successo è per le varie attrazioni che la città offre e la facilità con le quali possono essere raggiunte. Barcellona è una città compatta, quindi, è molto semplice raggiungere ogni luogo con l’aiuto della metropolitana o autobus. L’aeroporto della città è a soli 14 Km dal centro città ed è ben collegato con treni e autobus.
Da qui inizio’ la mia storia con Barcellona e qui vengo spesso per ricordarmi come mi sentivo ogni volta che poi dovevo ripartire.
DOPO LA CANCELLAZIONE DELLA FIERA MONDIALE DELL’HI-TECH A BARCELLONA IL MWC C’E’ MA CON MODALITA’ DIFFERENTI
La capitale catalana continua a guidare la classifica delle città spagnole che ricevono maggiori finanziamenti e, Barcellona, rimane la destinazione preferita per gli investitori start-up.
È la città spagnola con il più alto volume di investimenti nel 2019, con 652 milioni di euro in 97 operazioni.
Dietro c’è Madrid, con un importo di 458 milioni di euro, distribuito in 69 operazioni nel 2019. Pertanto, entrambe le città raccolgono oltre il 91% del volume investito in Spagna.
I settori che hanno attratto maggiormente gli investimenti sono stati la mobilità e la logistica, che accumulano il 32,8% del totale nel 2019, con 400 milioni di euro. Sono seguiti da fintech e insurtech (182 milioni di euro) con il 15% del totale e quasi il doppio rispetto al 2018.
Il settore successivo include viaggi e turismo, con una quota del 9% e una crescita del 52% . Dopo questa categoria, e sebbene in termini di volume di investimenti non così significativi, sono i settori della sanità e del software, che hanno raggiunto una buona crescita che li colloca tra i più promettenti per l’anno in corso.
Una delle principali tendenze rilevate dal rapporto è che gli investimenti stanno crescendo a un buon ritmo.
In particolare, il 47%, si attesta a 735 milioni di euro. A ciò si aggiunge che il numero di operazioni chiuse lo scorso anno è aumentato del 44%, per un totale di 231 progetti che hanno ottenuto investimenti.
La conclusione dell’Osservatorio è che il settore delle start-up ha una crescita organica sana e ha una tendenza inferiore a concentrare gli investimenti in poche operazioni.
Un’altra conclusione è che il rapporto mostra che gli investimenti esteri in Spagna continuano a crescere. Sebbene i fondi di venture capital esteri abbiano partecipato solo al 15,2% , hanno rappresentato oltre il 56,8% del volume totale investito nel corso dell’anno, confermando che i fondi stranieri investono in operazioni più estese”.
FONTE: Rapporto sugli andamenti degli investimenti in Spagna nel 2019″, preparato dal nuovo Osservatorio del Avviare l’ecosistema, un’iniziativa della Bankinter Innovation Foundation.
Non sono passati tre mesi da quando AliExpress ci ha sorpreso con il primo negozio fisico nel centro commerciale Xanadu di Madrid che, subito dopo, apre a Barcellona alle porte della città catalana.
La presentazione alla stampa il 26 novembre, al pubblico venerdì 29 Novembre 2019 nel nuovissimo Centro Commerciale Les Finestrelles di Esplugues de Llobregat.
Alle porte della città, ma relativamente vicino, grazie alla sua eccellente comunicazione sia in auto che con i mezzi pubblici.
Il negozio supererà i 700 m2 e quindi sarà in grado di esporre molti prodotti.
Uno schermo gigante per presentazioni di nuovi articoli e conferenze dei principali marchi, Huawei, Xiaomi o Samsung tra molti altri.
Si chiama Aliexpress Plaza e al suo interno oltre a poter acquistare direttamente, possiamo ritirare gli acquisti AliexpressPlazaonline con un tempo di consegna compreso tra 1 e 3 giorni.
Avremo modo di vedere se l’aspettativa sarà soddisfatta o addirittura superata in questo lancio nelle terre catalane.
Il centro commerciale Xanadu di Madrid ha registrato una crescita dei visitatori del 40,3% in media ogni giorno nella prima settimana di apertura del negozio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il centro commerciale Finestrelles prevede una crescita uguale o superiore a Madrid con questa nuova apertura.
La Spagna è sempre più la chiave di AliExpress
AliExpress si espande nel mercato spagnolo con l’obiettivo di avere 10.000 aziende nazionali sulla sua piattaforma prima della fine dell’anno fiscale 2019.
Direi domani quindi.
Questo crescente impegno nel commercio fisico può diventare un grave problema per molte altre aree commerciali che non stanno attraversando i loro momenti migliori.
il tempo ci dirà se, i grandi negozi di elettrodomestici dovranno valutare se è meglio competere o collaborare con uno dei giganti delle vendite online per la distribuzione dei loro prodotti.
La Patita Iva in Spagna si chiama NIF, il NIE è invece come il codice fiscale.
Il primo quindi usato dalle società e il secondo dai privati (autonomi=freelance).
Ma andiamo per ordine.
Oggi voglio raccontarvi qualcosa inerente al lavoro a Barcellona.
Dunque questa mattina ho fatto un giretto dal mio commercialistaper alcune pratiche.
Mi ha detto che un lavoratore autonomo può aprire la sua partita iva in modo molto semplice qui a Barcellona.
Indipendentemente dall’eta’ pagherà per il primo anno (12 mesi) circa 60 euro, per altri 6 mesi 120/130 euro, per altri 6 mesi 180/200 fino ad arrivare alla quota max. (dipendendo dai familiari a carico) di 260 euro mensili.
Questo per aprire una posizione qui a Barcellona.
Poi potete avere un commercialista che vi segue, 50/80 euro al mese e trimestralmente pagherete l’iva con tutte le detrazioni che riuscirete a produrre.
Devo dire che, rispetto a quello che pagavo in Italia tra commercialista e tasse varie è davvero tutto MOLTO MOLTO più snello e semplice.
Si paga solo per ciò che si fattura.
Non ci sono acconti su presunti guadagni futuri.
Non ci sono tasse strane che nemmeno sapevo nominare.
E soprattutto se versi IVA in eccesso nel giro di qualche mese ti ritorna direttamente nel conto corrente. Esattamente come in Italia, no??
A Barcellona esiste un luogo dove ti aiutano a creare un Piano per la vendita della tua attività e ti offrono la consulenza specializzata durante tutto questo processo.
Barcellona Imprenditoria, un impulso verso il tuo successo personale.
Dal primo incontro introduttivo per la firma del contratto di acquisto, alle fasi di negoziazione e mediazione per raggiungere un accordo fino alla fine dell’operazione.
[GRATIS] Avete capito bene, tutto GRATIS.
Questo “accompagnamento” è seguito in modo neutrale sia che tu sia l’acquirente sia che tu sia il cedente, per qualsiasi tipo di attività.
Se vuoi vendere, lavorano per trovarti potenziali acquirenti.
Fantastico vero?
Nello specifico, offre i seguenti servizi:
Preparazione dell’offerta.
Guida nella determinazione del valore del business.
Consigli sui preparativi per la vendita della società.
Studio della compagnia.
Ricerca di potenziali acquirenti.
Consulenza sulla negoziazione con l’ambiente interessato.
Consulenza sulla stesura della documentazione ufficiale tra il venditore e l’acquirente.
Trasferimento del know-how dal cedente all’acquirente
Tutti questi servizi non hanno alcun costo per l’utente perchè sono entità di cofinanziamento pubblico.
È possibile ottenere maggiori informazioni scrivendo a:
fabio@destinazionebarcellona.it
Nella email indicare esattamente:
se sei imprenditore italiano o di altro paese
cosa cerchi qui in Catalunya o a cosa sei interessato
se hai un’attività da vendere
i tuoi dati e numero di telefono per una eventuale call
IL SERVIZIO E’ GRATUITO E NON COMPORTA NESSUN TIPO DI COSTO DA PARTE DELLA RETE IMPRENDITORIALE CATALANA.
Molte persone, mi chiedono se c’e’ crisi a Barcellona, visto che vorebbero venire qui a vivere.
NO NON C’E’ CRISI Ci sono cambiamenti ma questi si respirano in qualsiasi paese dove vorresti andare a vivere.
E’ l’effetto della globalizzazione che ha abbassato il costo della manodopera e quindi alzato l’asticella delle competenze.
Va da sè che per fare una Ferrari ci voglia una certa competenza mentre per fare una FIAT, ci sono catene di montaggio e macchine piu’ veloci e meno attente ai particolari.
Il lavoro c’e’, sempre, anzi ora di più, solo che sta cambiando la richiesta e il reclutamento.
Ma torniamo al tema.
Quando le stesse persone mi dicono che sui giornali leggono che Barcellona e’ piu’ in crisi di altre citta’ me la prendo un po’, perchè sono informato sui dati reali dalla stessa AMB di Barcellona. Ma così è come giocare in casa !
Voglio invece dirvi di leggere questo articolo di ANSA e se volete potete andare a vedere nel sito di scenari immobiliari e osservare un dato interessante e cioè:
MILANO e’ al primo posto con il 48% per tasso di investimenti immobiliari dall’estero, ma Barcellona, dove è successo tutto quello che avete visto in televisione e letto sui giornali in questi ultimi due anni, è al secondo posto con il 40% e tiene dietro città molto importanti:
(ANSA) – MILANO, 10 APR – Nel prossimo decennio (2019-2029) Milano sarà la città europea ‘operativa’ prima per capacità di attrarre nuovi capitali nel settore immobiliare, con una stima di investimenti di 13,1 miliardi, davanti a Monaco (10,8 miliardi), Amsterdam (10,2), Stoccolma (9,5), Dublino (9,1) e Madrid (8,7 miliardi). Lo afferma il Rapporto 2019 di Scenari immobiliari realizzato in collaborazione con Risanamento, che confronta Milano a città ritenute omologhe, escludendo le ‘grandi capitali’ Londra, Parigi e Berlino. Nel 2018 il capoluogo lombardo è stato primo anche per tasso di investimenti immobiliari dall’estero: con circa il 48% del totale degli investimenti privati arrivati da progetti real estate di operatori internazionali, Milano ha battuto ancora Monaco e Barcellona (40%), distanziando di molto Madrid (30%), Amsterdam (27%), Bruxelles e Vienna, che contano il 20% degli investimenti complessivi nel settore immobiliare in arrivo dall’estero.
Io credo che questo 40% di Barcellona, valga il doppio per una città che ha dovuto fare i conti con la voglia e il desiderio d’Indipendenza.
Non prendo parte a nessuno delle due sponde, non posso, fino a che con i miei occhi non vedo ingiustizie o differenze enormi non metterò mai voce in questo capitolo di storia che dura da secoli oramai.
Posso informarmi, questo si!
Senza nulla togliere alla mia cara Milano, credo che avrebbe già dovuto raggungere da tempo le capitali europee come Berlino, Londra e Parigi, se lo merita alla grande.
Invece pare ancora molto indietro e non saranno certo le Olimpiadi Invernali a cambiare la situazione.
Moda, Design, Cultura…Arte, Milano ha tutto, tranne la dirigenza e i manager della città.
Ai tempi quando abitavo ancora li, ne ho conosciuto qualcuno, erano sempre sul dormiveglia (tra l’altro sono gli stessi di 6 anni fa), se non eri nessuno non reagivano, neanche ti guardavano in faccia.
Il 48% di MIlano a mio parere è quindi solo dovuto dal fatto che diverse zone milanesi, tra cui Garibaldi, Isola, Fiera Milano City sono state finalmente completate e quindi vendute.
Per tale ragione, quel dato del 40% di Barcellona, visto il freno a mano tirato dai media e dalle notizie sulla Catalunya spesso troppo catastrofiche, lo trovo leggermente sfalsato e basso confronto a quello che sara’, sono sicuro, nel prossimo futuro per la capitale catalana.
Si perchè a Barcellona c’e’ tanto fermento e tante cose da fare, c’e’ anche la crisi che il comune sta affrontando aiutando chi è rimasto indietro insegnandoli gratis nuove competenze (lo fa da tempo a dire il vero, vidi un programma di Piero Angela del 1996).
Ma anche a Milano c’e’ molto da fare! Però ancora è troppo legata e troppo scomoda per chi la vive tutti i giorni, in particolare fuori la cerchia dei Navigli.
Le citta’ oggi stanno competendo per essere SMART e non per attirare solo i capitali.
Questo è un libero pensiero e una mia semplice riflessione su dei dati visti oggi su ANSA.
Spero serva per aiutare chi come me qualche anno fa era vicino a fare questo passo e cambiare città.