Per chi non lo sapesse sono milanese, nato e cresciuto.
E non di una Milano qualsiasi, ma della città…Parco Ravizza, Viale Toscana esattamente.
Perchè dico questo?
Non vorrei poi essere preso per un anti appena dirò la mia idea sui dati presi dal Rapporto Scenari Immobiliari 2019.
Direte ma cosa c’entra con DESTINAZIONE BARCELLONA?
Ora spiego.
Molte persone, mi chiedono se c’e’ crisi a Barcellona, visto che vorebbero venire qui a vivere.
NO NON C’E’ CRISI Ci sono cambiamenti ma questi si respirano in qualsiasi paese dove vorresti andare a vivere.
E’ l’effetto della globalizzazione che ha abbassato il costo della manodopera e quindi alzato l’asticella delle competenze.
Va da sè che per fare una Ferrari ci voglia una certa competenza mentre per fare una FIAT, ci sono catene di montaggio e macchine piu’ veloci e meno attente ai particolari.
Il lavoro c’e’, sempre, anzi ora di più, solo che sta cambiando la richiesta e il reclutamento.
Ma torniamo al tema.
Quando le stesse persone mi dicono che sui giornali leggono che Barcellona e’ piu’ in crisi di altre citta’ me la prendo un po’, perchè sono informato sui dati reali dalla stessa AMB di Barcellona. Ma così è come giocare in casa !
Voglio invece dirvi di leggere questo articolo di ANSA e se volete potete andare a vedere nel sito di scenari immobiliari e osservare un dato interessante e cioè:
MILANO e’ al primo posto con il 48% per tasso di investimenti immobiliari dall’estero, ma Barcellona, dove è successo tutto quello che avete visto in televisione e letto sui giornali in questi ultimi due anni, è al secondo posto con il 40% e tiene dietro città molto importanti:
(ANSA) – MILANO, 10 APR – Nel prossimo decennio (2019-2029) Milano sarà la città europea ‘operativa’ prima per capacità di attrarre nuovi capitali nel settore immobiliare, con una stima di investimenti di 13,1 miliardi, davanti a Monaco (10,8 miliardi), Amsterdam (10,2), Stoccolma (9,5), Dublino (9,1) e Madrid (8,7 miliardi). Lo afferma il Rapporto 2019 di Scenari immobiliari realizzato in collaborazione con Risanamento, che confronta Milano a città ritenute omologhe, escludendo le ‘grandi capitali’ Londra, Parigi e Berlino. Nel 2018 il capoluogo lombardo è stato primo anche per tasso di investimenti immobiliari dall’estero: con circa il 48% del totale degli investimenti privati arrivati da progetti real estate di operatori internazionali, Milano ha battuto ancora Monaco e Barcellona (40%), distanziando di molto Madrid (30%), Amsterdam (27%), Bruxelles e Vienna, che contano il 20% degli investimenti complessivi nel settore immobiliare in arrivo dall’estero.
Io credo che questo 40% di Barcellona, valga il doppio per una città che ha dovuto fare i conti con la voglia e il desiderio d’Indipendenza.
Non prendo parte a nessuno delle due sponde, non posso, fino a che con i miei occhi non vedo ingiustizie o differenze enormi non metterò mai voce in questo capitolo di storia che dura da secoli oramai.
Posso informarmi, questo si!
Senza nulla togliere alla mia cara Milano, credo che avrebbe già dovuto raggungere da tempo le capitali europee come Berlino, Londra e Parigi, se lo merita alla grande.
Invece pare ancora molto indietro e non saranno certo le Olimpiadi Invernali a cambiare la situazione.
Moda, Design, Cultura…Arte, Milano ha tutto, tranne la dirigenza e i manager della città.
Ai tempi quando abitavo ancora li, ne ho conosciuto qualcuno, erano sempre sul dormiveglia (tra l’altro sono gli stessi di 6 anni fa), se non eri nessuno non reagivano, neanche ti guardavano in faccia.
Il 48% di MIlano a mio parere è quindi solo dovuto dal fatto che diverse zone milanesi, tra cui Garibaldi, Isola, Fiera Milano City sono state finalmente completate e quindi vendute.
Per tale ragione, quel dato del 40% di Barcellona, visto il freno a mano tirato dai media e dalle notizie sulla Catalunya spesso troppo catastrofiche, lo trovo leggermente sfalsato e basso confronto a quello che sara’, sono sicuro, nel prossimo futuro per la capitale catalana.
Si perchè a Barcellona c’e’ tanto fermento e tante cose da fare, c’e’ anche la crisi che il comune sta affrontando aiutando chi è rimasto indietro insegnandoli gratis nuove competenze (lo fa da tempo a dire il vero, vidi un programma di Piero Angela del 1996).
Ma anche a Milano c’e’ molto da fare! Però ancora è troppo legata e troppo scomoda per chi la vive tutti i giorni, in particolare fuori la cerchia dei Navigli.
Le citta’ oggi stanno competendo per essere SMART e non per attirare solo i capitali.
Questo è un libero pensiero e una mia semplice riflessione su dei dati visti oggi su ANSA.
Spero serva per aiutare chi come me qualche anno fa era vicino a fare questo passo e cambiare città.
un caro saluto
Fabio Ciabattini